Gian Paolo Fortini

I viaggi di Giampaolo Fortini
Da quando sono nato ho sempre viaggiato. La separazione dei miei genitori quando ero ancora un bambino,
che si sono rifatti una vita in luoghi molto lontani tra di loro, mi ha fatto viaggiare attraverso l’Italia
trascorrendo i periodi scolastici in un posto e le vacanze in un altro. Fino agli ultimi tre anni delle scuole
superiori non ho mai frequentato nella stessa città per due anni di seguito. Ricordo con piacere l’impressione
di arrivare all’alba, dopo una notte in treno, nelle Puglie ed ogni volta era la riscoperta di un altro mondo: il
treno correva di fianco a file interminabili di muri a secco e fichi d’india, la campagna arida, battuta dal sole,
mostrava tra gli ulivi quella caratteristica terra rossa che avrei ritrovato più tardi in Africa.
Terminato il servizio militare, anche qui viaggiando tra Milano e la Sicilia, ho iniziato a lavorare nel campo
dell’edilizia fino a che una delle cicliche crisi economiche dell’Italia mi ha spinto ad allargare i miei
orizzonti verso l’Estero. L’inizio di questa attività è descritto nel mio libro “Il richiamo dell’aquila
pescatrice- Impressioni e avventure africane”. Nel libro si parla soprattutto di Africa ma ho lavorato e
viaggiato anche in altre parti del mondo. L’Africa era il mio sogno di ragazzo e lì ho iniziato i viaggi
importanti.
Il primo lavoro è stato la costruzione della linea elettrica da 330.000 Volt Kariba-Kitwe in Zambia. Si partiva
dalla Diga di Kariba in Rhodesia (ora Zimbabwe) e dopo 500 Km si giungeva a Kitwe, al confine con il
Congo, attraversando tutto lo Zambia. Il viaggio fu abbastanza lungo e complesso con cambi di aereo a
Johannesburg e Salisbury (ora Harare). L’era dei jet non si era ancora sviluppata e infatti viaggiai su un aereo
a turboelica e le tratte africane con aerei ad elica.
In Zambia oltre alla linea elettrica ho lavorato alla costruzione della Great East Road di 250 Km dal Confine
con il Malawi alla cittadina di Nyimba ed infine alla realizzazione dell’Aeroporto Militare di Mumbwa e del
relativo poligono di tiro in una zona segreta nel folto della foresta.
Tra il cantiere stradale e l’aeroporto sono stato a Taiwan dove la Torno, associata alla giapponese Kumagai
ha realizzato l’impianto idroelettrico di TaChien che include una diga ad arco alta 191 metri. Il viaggio di
ritorno mi diede l’opportunità di visitare Hong Kong e l’India.
Sono stato poi in Sudan dove facevamo la supervisione ad una azienda statale per la costruzione del progetto
di irrigazione di Rahad con centrale di pompaggio sul Nilo Azzurro. Ci fu una breve parentesi con un’altra
azienda in Grecia per la costruzione di una raffineria petrolifera ma la caduta del Governo Papadopoulos
mise fine a questo progetto. Ritornai con la Torno ed andai al Progetto Idroelettrico di Ruacana situato a
cavallo del confine tra Angola e South West Africa (ora Namibia). La nascita dei due gemelli Laurens e
Beatrix che si aggiunsero alla prima figlia Angela ancora piccola mi rese la vita molto difficile in una zona
così disagiata per cui rientrai in Italia. Mi è rimasta la soddisfazione di essere uno dei quattro pionieri che
hanno aperto il cantiere e di questo è rimasta una foto storica.
Lasciata la Torno la nuova Azienda mi affidò subito incarichi importanti, inizialmente di natura commerciale
in Arabia Saudita, Emirati ed Iran poi fui spostato alla costruzione della strada Berbera-Burao di 130 Km in
Somalia perché la scarsa esperienza dell’azienda in questo settore suggerì al Consulente Sir A. Gibb di
obbligarli ad affidare la direzione del Progetto a me in quanto proveniente dalla Torno che loro conoscevano
bene sin dai tempi della Diga di Kariba. La scuola Torno diede i suoi frutti perché completammo il lavoro in
maniera soddisfacente nonostante che la guerra dell’Ogaden ci creasse non pochi problemi.
In seguito andai in Nigeria ancora per costruzione di strade asfaltate da traffico pesante. La Nigeria è un
Paese violento popolato da gente aggressiva e pericolosa ma, mettendo a frutto la mia esperienza ne uscii
bene e i 700 lavoratori locali fecero diverse cerimonie per salutare la mia partenza. Dopo la Nigeria feci il
commerciale per un certo periodo e collaborai all’acquisizione di alcuni progetti in Yemen e in Algeria. In
quest’ultimo Paese curai la parte iniziale del Progetto Fognature di Algeri molto interessante perché per il
tunnel del collettore principale del diametro di 4 metri fu utilizzata la TBM ( la “Talpa”) cosicchè non fu
necessario disturbare l’urbanistica di superficie. Una volta avviati i lavori fui mandato in Estremo Oriente
con base a Singapore per acquisire contratti nell’area del Sud Est Asiatico ( Thailandia, Malesia, Indonesia,
Brunei, Taiwan, Singapore). Ottenni un lotto dell’acquedotto di Bangkok e la realizzazione di portelloni
antimissile per l’Aeroporto Militare di Singapore.
Cambiai azienda e tornai sul campo. Nel frattempo avevo consolidato la mia esperienza nella direzione di cantieri e mi vennero offerte posizioni di Project Manager per Progetti con pluricontratti. Andai in Sierra Leone a costruire una strada di 120 Km mentre infuriava la guerra civile e i nostri cantieri erano proprio nella zona calda. Tutti gli espatriati inclusi gli Indiani erano già scappati da tempo quando i ribelli uccisero i nostri guardiani e diedero fuoco agli impianti. Eravamo circondati e non potevano scappare così la Farnesina mandò un elicottero per evacuarci. Non riuscii a concludere i lavori e fui mandato a terminare il mio contratto in Ethiopia per il Progetto stradale su due contratti in simultanea Chida-Sodo di 165 Km e sei ponti tra cui quello sul fiume Omo di 80 mt.
Studiai e misi in moto il Progetto di Captazione e distribuzione idrica del quartiere Cono Norte di Lima in Perù. Lavorai anche al Progetto di distribuzione idrica e fognature della città di Mindelo a Capo Verde. L’ultimo cantiere da Project Manager fu il raddoppio degli Ospedali di Kingston, Mandeville e St.Ann’s Bay in Jamaica (3 contratti in simultanea). Fu la ciliegina sulla torta della mia carriera in cantiere e coincise con la mia andata in pensione.
Non mi fermai, impossibile dopo una vita così intensa, e mi misi a fare il Consulente ad Aziende Italiane per la fornitura di impianti e macchinari ad alcuni Paesi tipo Lybia, Egitto, Syria, Ethiopia e Iraq.
Ora ho smesso di lavorare ma non di viaggiare. Vado a trovare i miei figli, Angela che lavora in Spagna e Laurens che lavora in vari Paesi Africani: Sud Africa, Zambia, Mozambico, Botswana, Namibia.