TAHIRIH

Biografia

 

Tahirih è stata come una galassia nel firmamento.

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Tahirih nasce nel 1817 a Qazvin nel nord della Persia (oggi Iran).

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E’ figlia di un prete mussulmano, Haji Mulla Ali’ Salihi, uno dei più dotti Mulla di tutta la Persia.
Era considerata fin dalla fanciullezza, dai suoi concittadini, come un prodigio parimenti nell’intelligenza e nella bellezza.
Le lezioni gliele dava il padre e più tardi ebbe un insegnante solo per lei.
Questo è un fatto fuori dall’ordinario perchè a quei tempi le ragazze non avevano l’opportunità di essere educate.
Superò i fratelli con i suoi progressi e superò con brillanti esami tutti gli studi teologici.
Pochi uomini allora conoscevano il Corano, i suoi significati, le tradizioni e la legge islamica così bene come lei.
Fu grandemente stimata, prima della sua conversione, perfino da alcuni dei più superbi e dotti ulama del suo paese per lo splendore e la novità delle idee che proponeva.

Suo padre disse che era un peccato che non fosse maschio, perchè avrebbe potuto seguire la carriera come famoso mujtahid dell’Impero.
Il padre aveva due fratelli; il più vecchio divenne il più acerrimo nemico del Bab e il più giovane ne divenne devoto seguace.

Era tredicenne quando fu maritata a suo cugino Mulla Muhammad.
Ebbe tre bambini, due figli ed una figlia.
Qualche tempo dopo la morte della madre fuggirono da casa perchè il padre non era buono con loro.
Un figlio andò a Najaf, l’altro a Teheran e la figlia morì poco dopo il trapasso della madre.

Come dicemmo, Tahirih fu una profonda studiosa della religione.
Un giorno mentre era in visita ad un cugino scoprì nella biblioteca alcuni libri scritti da due eminenti studiosi.

Il cugino fu riluttante a prestarglieli perchè suo padre vedendola leggerli si sarebbe arrabbiato essendo gli stessi pensatori progressisti moderni. Lei li prese comunque.

I due studiosi erano profondi teologi e proclamavano che il tempo dell’avvento delle profezie sul ritorno del Mehdi o del 12mo Imam era vicino e invitavano ad essere pronti.

Questo però non piaceva al clero mussulmano ortodosso, che li osteggiò in continuazione.

I due studiosi avevano le loro scuole nella città di Karbilà in Iraq dove vi era un famoso santuario oggetto di pellegrinaggi.

Tahirih cominciò una corrispondenza epistolare con una di loro.

Tahirih decide di recarsi a Karbila per approfondire il tema.
Ci va con la scusa di fare un pellegrinaggio alle sacre tombe degli Imam laggiù sepolti nascondendo la vera ragione.

Al suo arrivo a Karbila scopre che il maestro con cui corrispondeva era deceduto.

Questo viaggio viene fatto nel 1843 quando il momento della apparizione del promesso era prossima.

Tahirih rimase a Karbila tre anni.

A Karbila approfondisce il pensiero dei due studiosi e successivamente viene a conoscenza della storia del Bàb.

Comincia a leggere alcuni Suoi scritti che cominciavano a circolare per la Persia e si convince che il Messaggio del Bàb non è di provenienza umana, ma divina.
Ne accetta subito la Causa mettendosi al Suo servizio.

Fu lei, che mentre si trovava a Karbila – la più avanzata roccaforte dell’Islam Sciita – aveva sentito l’impulso di indirizzare lunghe lettere a ciascuno degli ulama residenti in quella città, che relegavano le donne ad un rango poco più elevato di quello degli animali, negando ad esse perfino il possesso di un’anima – lettere nelle quali ella abilmente rivendicava il suo alto proposito e denunciava i loro malvagi disegni.

Per merito della sua prodigiosa eloquenza e della meravigliosa forza delle sue argomentazioni riuscì a confondere le delegazioni rappresentative dei notabili Sciiti, Sunniti, Cristiani ed Ebrei, che avevano tentato di dissuaderla dal confessato proposito di diffondere i principi del nuovo Messaggio.

Per merito del suo coraggio, del suo acume, della sua abilità organizzativa e del suo inestinguibile entusiasmo, potè consolidare le sue più recenti vittorie in un centro così ostile come Qazvin, che si vanta del fatto che non meno di cento fra i più alti capi religiosi dell’Islam dimoravano all’interno delle sue mura.

Continua a proclamare la Causa del Bàb ovunque si trovasse dibattendo pubblicamente le Sue tesi attraendo alla nuova Fede molti adepti.

Questo provoca la reazione del Clero che incita la folla contro di Lei.

Viene attaccata insultata ed infine arrestata e tenuta prigioniera nella casa del Governatore.

Il Sultano di Turchia ordina che Tahirih venga rispedita in Persia sotto scorta armata.

Raggiunge prima Kirmashah, Sahnih, Karand e poi Hamadan.
Lungo il tragitto le furono riservate entusiastiche accoglienze.
Tutti erano ansiosi di incontrarla.

A volte gli Ulama provocarono tumulti e le case dove alloggiavano furono oggetto di attacchi e sassaiole.

Non ci si deve meravigliare se desideravano parlare con Tahirih, perché portava la verità, e come disse Edward Brown professore
a Cambridge e grande orientalista:

“L’apparizione di una donna come Tahirih è, in qualsiasi paese e in qualsiasi età, un fenomeno raro, ma in una terra come la Persia e’ un prodigio, anzi quasi un miracolo.”

Tahirih progettava di andare a Teheran per incontrare lo Shah, ma uno dei Mullah scrisse al padre che Tahirih stava rovinando completamente la sua reputazione e questi fece in modo che venisse ricondotta nella sua natale Qazvin.

“…Il Governo iraniano la imprigiono’.
Per le strade le lanciarono pietre ed anatemi, la esiliarono di citta’ in citta’, la minacciarono di morte, ma non venne mai meno alla determinazione di lavorare per la liberta’ delle sue sorelle.
Sopporto’ persecuzioni e sofferenze con il piu’ grande eroismo, persino in prigione conquisto’ dei nuovi credenti…”

Tahirih sfugge agli arresti e si reca a Teheran e successivamente comincia a partecipare alle riunioni dei seguaci del Bab.

Nella casa di Baha’u’llah a Teheran al culmine della sua fama e popolarità si riuniva il fior fiore della società femminile della capitale, per ascoltare i suoi brillanti discorsi …

Considerata eretica, fu ripudiata dal marito..

Lei continuò a proclamare ed insegnare la Nuova Fede attraendo contro di sé il veleno del clero e della folla.

Nel frattempo il Bàb era imprigionato ai confini con la Russia.

E’ famoso l’incontro di Badasht che era stato organizzato per decidere il futuro del movimento dove Tahirih si presenta senza velo creando scompiglio nella giovane comunità inorridita che non si era ancora staccata dalle vecchie tradizioni e costumi islamici.

Al ritorno da Badasht riesce and incontrare lo Shah che alla fine disse:

Mi piace il suo aspetto, liberatela e lasciatela stare.

Nel frattempo, proseguivano gli arresti e i massacri contro i babi.
Ne furono sterminati circa 20,000.

Fu la sua appassionata ed assoluta affermazione dei diritti e delle caratteristiche della Nuova Rivelazione, in una serie di sette discussioni con i rappresentanti del Gran Vizir incaricati di interrogarla, discussioni che ella ebbe mentre era confinata nella casa del Kalantar – il Governatore – che alla fine affrettarono la sua sentenza di morte.

Un giorno, con il prestesto di condurla alla presenza del Primo Ministro, un gruppo di ufficiali la prelevarono.

Conscia che l’ora della sua morte era vicina, indossò l’abito da sposa e si asperse di profumo, quindi mandata a chiamare la moglie del Kalantar, le comunicò il segreto del suo incombente martirio e le confidò le sue ultime volontà.

La sua anima profetica l’aveva avvertita.

La condussero in un giardino che si estendeva oltre le mura della città.

I carnefici esitarono un pò prima di eseguire l’ordine ricevuto di ucciderla, e si rifiutarono persino di farlo.

Allora, trovarono uno ch’era ubriaco.

Egli la strangolo’ con un fazzoletto di seta.

In seguito la gettarono in un pozzo del giardino e le buttarono sopra pietre e rifiuti.

Il martirio di TAHIRIH

Era il 1852

Disse prima di morire:

“Potete uccidermi quando volete ma non potete arrestare l’emancipazione della donna” 

Hanno scritto gli studiosi del 20º secolo.

“Prodigio di scienza ma anche prodigio di bellezza”

“La Giovanna D’Arco persiana, la guida per l’emancipazione delle donne d’oriente”

“Comincia ora ad apparire…Questa nobile donna… ha il merito di avere iniziato la serie delle riforme sociali in Persia”
(Teologo Inglese T.K. Cheyne)

Tahirih è stata il più grande ideale della femminilità… cercherò di fare per le donne d’Austria ciò che Tahirih fece dando la sua vita per le donne di Persia.
(La madre di un Presidente d’Austria Marianna Hainisch)

Condizione della Donna in Persia

La donna in Persia nel XVIII secolo si trovava approssimativamente nelle stesse condizioni in cui vivevano le donne in Afganistan sotto il regimedei talebani.

Non venivano applicate le leggi coraniche ed erano oggetto di dominio assoluto da parte degli uomini.

Pochi diritti, sposate giovani, non potevano studiare. Potevano essere ripudiate facilmente.

Non potevano farsi vedere in giro, portavano un vestito che le copriva da capo a piedi.

Una condizione Terribile.

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