Journal of the Royal Asiatic Society

Commento del Prof. Edward G. BROWNE dell’Università di Cambridge nel “Journal of the Royal Asiatic Society”

poesia in persiano

I POEMI DI TAHIRIH

Per quanto riguarda i poemi di Tahirih, il Professor Edward G. Browne dell’Università di Cambridge nel “Journal of the Royal Asiatic Society” (vol.XXI, p. 934), ha scritto il seguente commento molto illuminante: “Oltre al bab c’è un’altra figura fra quelle che parteciparono a questo triste dramma che irresistibilmente esige la nostra attenzione.

Mi riferisco alla bella e colta Qurrantu’l-‘Ayn, l’eroina, la poetesa della nuova fede, nota col titolo di “Jinàb-i-Tahirih”, “Sua Eccellenza la Pura”. Ansioso com’ero d’avere alcuni suoi poemi, ho avuto poco successo. Nessuno dei Babi dei Shiràz con i quali parlai li aveva, e mi dissero che Qazvìn e Hmadàn, dove Qurrantu’l-Ayn aveva predicato, e Tihràn, dove era stata martirizzata, erano i luoghi più adatti per ottenerli. Tuttavia, a Yazd vidi alcune copie di due brevi poemi (ghazal) attribuiti a lei…

“Sebbene questi poemi, specialmente il primo, non possa essere attribuito con certezza a Qurrantu’l-‘Ayn, si deve ricordare che l’odio dei musulmani iraniani contro il nome dei Babì, ne renderebbe impossibile la recitazione se si ammettesse che li ha composti lei. Perciò, se era realmente l’autrice dei poemi, la cui grazia e bellezza spinge ad una involontaria ammirazione anche i suoi nemici, sembra molto probabile ch’essi cerchino di giustificare il loro diritto d’ammirarli attribuendoli a qualche altro scrittore, e questo punto di vista è convalidato da una affermazione che udii da un dotto persiano di cui ero amico a Tihràn, e che, sebbene non fosse bàbì, provava una certa simpatia per coloro che lo erano, secondo cui molti poemi scritti da Qurrantu’l-‘Ayn erano all’oscuro dell’identità del loro autore. Aperte allusioni al Bàb dovevano ovviamente essere cancellate o alterate in modo che nessuno potesse dire da quale fonte venissero.

“Senza pretendere d’asserire che questi due poemi sono certamente di Qurrantu’l-‘Ayn, mi avventuro a fare la traduzione del secondo di essi, che ho tentato di mettere in versi imitando la metrica originale, in modo da dare una migliore idea del suo stile di quanto non possa essere data con una traduzione letterale in prosa. Nel fare ciò ho cercato di essere il più fedele possibile al senso originale, anche se l’inglese può avere sofferto.

“Questo secondo poema è:

Schivitù di struggente amore costringe in catene di

…..calamità e dolore.

Questi tuoi strazianti amanti a dare la vita nel fervore

…..per te.

Alzi pure l’Amato il pugno pronto a colpirmi con la

…..spada, benchè colpa io non abbia.

Se questo capriccio da tiranno sarà piacere suo, della

…..sua tirannia sarò compiaciuta anch’io.

Mentre sul far del mattino giacevo addormentata quel

…..crudele incantatore venne a visitarmi.

E nella grazia delle forme e del viso mi parve di vedere

…..l’alba del mattino.

Il muschio del Catai acquista aroma dal profumo che

….. esala da quelle fragranti trecce.

I suoi occhi piegano una fede che i pagani di Tartaria

…..invano hanno insidiato.

Quanto a te che ad amore e vino preferisci cella d’ere-

…..mita o santuario di zelota.

Che posso far per te se la nostra Fede divina tu reputi

…..scelleratezza?

Tua unica cura sono le ciocche ricciute dei capelli

…..dell’amato, la sella e il destriero.

Non c’è posto per l’Assoluto nel tuo cuore, nè per pen-

…..sieri di povertà di poverelli.

A te l’ostentazione e lo sfoggio d’Alessandro, a me usi e

…..costumi da derviscio errante (kalàntar).

A quelli, se vuoi, rinuncio, questi, benchè poca cosa,

….. per me sono abbastanza.

Dimentica il paese dell'<<io>> e <<noi>> e prendi dimora

…..nell’Annichilimento.

Chè se di far questo timore non avrai, la suprema feli-

….. cità conquisterai.”

Un’altro poema di Tàhirih che il profesor Edward G. Browne pubblicò nel suo libro

“A Traveller’s Narrative” (Edizione inglese, Cambridge University Press, p. 315) è:

Lo splendore del tuo volto ha brillato

e i raggi si sono alzati.

Perchè non gridi: “Non sono Io il vostro Signore?”

si che noi risponderemo: “Si, si!”

In risposta al tamburo del Tuo antico Richiamo

cembali di dolore gonfi d’amore hanno risonato;

Han piantato le tende alle porte del mio cuore

eserciti di sofferenze, le armate della pena.

I seguenti poemi di Tahirih in persiano mi furono dati con pochi altri, quando mi

accingevo a partire dall’Iran dopo un giro di quattro mesi d’insegnamento Bahàì

nel 1930. Nel maggio di quell’anno andai direttamante in India e immediatamente,

viaggiandovi attraverso, trovai che le classi colte conoscevano Qurrantu’l-Ayn

ed erano molto interessate ai suoi poemi.

Chiesi al mio caro amico, signor K. B. Bakhtiyarì, il più devoto bahàì persiano

residente a Karachi, se per favore poteva copiare a mano per me alcuni di questi

poemi da darli ad alcuni poeti e scrittori in India.

Subito, questo grande bahà’ì ne fece stampare a Karachi mille copie che furono

distribuite nel 1930 durante il memorabile giro attraverso l’India e Burma.

Poi di nuovo nel 1933, in ricordo della stessa visita, il signor Bakhtiyarì fece

fare una seconda edizione di un migliaio di copie che vennero date ai letterati

dell’India. E’ sorprendente quanti delle classi colte in India sappiano il Persiano

e conoscano la vita e i poemi di Qurrantu’l-Ayn meglio di quanto li conosciamo

noi in Occidente.

Ho chiesto al signor Bakhtiyarì il favore di prendere dal libretto sette di questi poemi

scritti da Tahirih e li includo in questo supplemento. Un giorno verranno tradotti in

inglese e in molte altre lingue.

Molti studiosi indiani conoscono a memoria i poemi di Tahirih. Uno dei più importanti

orientalisti indiani, il professor M. Hidayat Hosain, membro della Società Reale Asiatica,

Calcutta, è uno di questi. Tutti e cinque i continenti hanno studiosi che scrivono

chiedendo di saperne di più su Tahirih, la sua vita e la sua poesia “toccati dalla fiamma

di Dio”.